La prevenzione è da sempre il tratto distintivo della Medicina Classica Cinese:
“L’artigiano migliore è chi capta la malattia al suo primo germoglio o, meglio ancora, che ne intraveda i barlumi prima dell’inizio.”
(detto taoista)
“Scavare un pozzo solo quando si ha sete, forgiare le armi durante la battaglia, non è forse già tardi?”
(detto taoista)
Nel presentare l’antica Medicina Classica Cinese bisogna, in primo luogo, illustrare i suoi contenuti e per facilitarne la comprensione, in quanto bene accumulatosi nei tempi, è necessario ripercorrere brevemente le tappe del suo sviluppo storico.
Vedremo come, attraverso un secolare processo di maturazione, questa medicina sia giunta ad un livello scientifico molto elevato, per poi, in condizioni socio-politiche mutate, subire una caduta tale da comprometterne l’intera struttura filosofica.
Naturalmente, in seguito ai cambiamenti sociali, l’uso della Medicina Classica, nella Cina moderna, si differenzia da come veniva praticata prima della grande Rivoluzione Culturale, in cui, subendo un forte influsso della medicina occidentale, è stata semplificata trasformandosi da “classica” in “tradizionale”.
Tuttavia nel suo paese d’origine rimane uno dei pilastri indispensabili per coprire a vastissimo raggio il bisogno dell’assistenza medica; infatti non è considerata un metodo terapeutico obsoleto e neppure una medicina popolare indifferenziata, ma un processo terapeutico efficace e funzionale.
Tuttavia nelle Università dove s’insegna l’antica Medicina Cinese, assistiamo ad un recupero dell’antica sapienza medica; infatti lo studente, durante i primi semestri, deve studiare i presupposti teorici della sua disciplina, e precisamente i testi classici.
Di questi testi si parla sempre con grande reverenza e sia gli insegnanti che gli allievi, e anche i medici che esercitano il lavoro clinico, li citano per avvalorare l’agire medico.
Anche nella Cina odierna, i testi classici, godono ancora di una incontestata autorevolezza e l’opera monumentale “il Classico dell’Imperatore Giallo” è considerato ancora oggi un riferimento d’obbligo dell’antica Medicina Cinese, che viene consultato in ogni caso come fonte autorevole.
Le due correnti filosofiche antiche, determinanti nella formazione della Medicina Classica Cinese, sono state il Taoismo ed il Confucianesimo.
All’interno di queste due correnti di pensiero si è compiuto lo sviluppo della Medicina Classica Cinese e la messa a punto di un sistema diagnostico e terapeutico completo in se stesso.
Il Taoismo ha arricchito di senso filosofico le esperienze umane più elementari, quelle connesse alla natura, non formalizzate, senza attribuire alcuna importanza agli aspetti sociali, che ha pur sempre affrontato in modo antiformalistico.
Questa corrente di pensiero presuppone uno stretto rapporto con la natura, esige il primato dell’empirismo e dell’orientamento basato sull’osservazione, l’intreccio intuitivo dei dati preservati, l’elaborazione di correlazioni tra il cosmo e il simbolico.
La simbologia del Taoismo, sempre convalidata da osservazioni precise, è evidenziata molto bene da alcuni esempi che si possono leggere nel Nei Ching.
Il Confucianesimo, al contrario, appoggiava le forze protese a soluzioni intellettualmente formalistiche che evidenziavano strutture e creavano quindi sistemi razionali, infatti ha promosso la formulazione di teoremi e ha tratto la sua forza dall’osservazione sistematica.
Proprio per queste attitudini i confuciani sono i maestri per eccellenza della speculazione razionale.
In questo sistema filosofico forte era l’enfasi attribuita ai legami familiari e all’armonia sociale tra gruppi più vasti, e questa propensione aveva come obiettivo la creazione di una dottrina morale e sociale, che si proponeva di rimediare alla decadenza spirituale della Cina.
Tali caratteristiche fecero di questa dottrina un eccezionale strumento politico ed etico-sociale.
Ad ispirare l’intero impianto della medicina classica cinese, dotandolo di nuovi impulsi, furono ambedue le scuole teoriche che dal punto di vista storico s’interfacciarono, senza prevalere l’una sull’altra, per ben 1.500 anni, per poi subire un declino miserevole a causa di stravolgimenti politici.
Le conoscenze per conservare la salute e i procedimenti necessari per curare le malattie erano un sapere segreto che il padre lasciava al figlio, o il maestro trasmetteva ai suoi allievi, ma l’opinione pubblica ne era praticamente esclusa. La trasmissione del sapere medico, di cui si poteva parlare solo in un cerchio ristrettissimo era appunto caratterizzata dalla riservatezza.
Tradizionalmente anche i maestri più famosi trasmisero il loro sapere solo a due o tre allievi.
Si racconta che il medico Brian Que, che aveva ricevuto le sue conoscenze da un vecchio medico, non rispettò il giuramento di segretezza e diffuse la conoscenza. A causa di questo primo leggendario tradimento la tradizione subì le prime fenditure e con l’avvento della stampa si produssero ulteriori erosioni.
Il sapere si diffondeva, ma questo fatto produsse anche l’appiattimento del suo contenuto conoscitivo ed in seguito alla diffusione dei testi stampati si formava per la prima volta una conoscenza puramente libresca.
I medici non verificavano più la loro conoscenza attraverso la pratica clinica e non acquisivano più la loro esperienza sui pazienti, ma l’apprendimento della conoscenza era affidato prevalentemente alle letture.
Tutto ciò portò nel 1000 d.c. al decadimento, con ritmo accelerato, dell’antica Medicina Classica Cinese. Non tutti i motivi sono individuabili, poiché i resoconti relativi ai mutamenti culturali eccellono in quanto a speculazione.
Il decadimento, però, fu inarrestabile e coinvolse anche lo scenario politico ed ormai la medicina occidentale era da tempo riconosciuta e proclamata come la nuova medicina.
Solamente nel 1958 Mao Tse Tung affermò: “La medicina cinese è un grande tesoro! Sforziamoci di renderla accessibile ed eleviamo il suo livello”.
Ma sul come elevare il suo livello e sugli sforzi da applicare vigeva un profondo disaccordo.
Gli scienziati marxisti non potevano rinunciare del tutto alla loro base teorica, così s’imposero per una sintesi della medicina tradizionale e di quella occidentale. Condizione questa a cui la medicina cinese è stata sottoposta fino a i nostri giorni, anche se, nel frattempo, le posizioni tradizionaliste si sono espanse costantemente, guadagnando sempre più influenza e potere.
La nuova Medicina Cinese però, venne semplificata nella sua struttura sul modello della medicina occidentale e da Medicina Classica Cinese divenne Medicina Tradizionale Cinese.
Negli anni ’50, dopo la riabilitazione della medicina tradizionale cinese, promossa da Mao Tse Tung, iniziò a livello nazionale e a ritmo accelerato la costruzione di centri d’istruzione.
Nel 1956 furono inaugurati 4 Istituti di Medicina Tradizionale Cinese e il governo ricorse a persone di fiducia, come l’anziano medico Zhang Hua, un militare che aveva partecipato alla Lunga Marcia e che non aveva mai nascosto la simpatia per la Medicina Tradizionale.
Fino ad oggi nella repubblica popolare sono stati fondati 26 istituti che insegnano esclusivamente la medicina tradizionale cinese.
Svolge il ruolo di garante scientifico l’Accademia di Pechino.
Dopo questo breve excursus storico, le differenze tra la Medicina Classica Cinese e quella Tradizionale appaiono evidenti: La Medicina Classica Cinese si alimenta ancora ai nostri giorni delle conoscenze antiche che affondano le proprie radici nella filosofia taoista e nel pensiero confuciano, una medicina antica di migliaia di anni che ancora palpita nei monasteri taoisti, dove è stata gelosamente custodita.
In occidente questa medicina è stata diffusa esclusivamente dal Maestro Taoista Jeffry Yuen1.
La Medicina Tradizionale Cinese invece è una semplificazione occidentalizzata della Medicina Cinese Classica avvenuta durante il regime di Mao Tse Tung e diffusasi in occidente ad opera di vari autori.
“Gli uomini della remota antichità conoscevano il Tao, prendevano a modello lo yin e lo yang, diventavano armoniosi con la numerologia e i metodi, nel mangiare e nel bere erano moderati, nel sonno e nella veglia erano regolari e non compivano sforzi inutili. Così erano in grado di combinare il corpo e lo spirito, e arrivavano al termine dei cento anni, il periodo concesso dal cielo.”
(Nei_Ching)
Vera Campanella
Huang Ti Nei Ching SU-Wen, 2001 Arnoldo Mondadori editore S.P.A., Milano
- Jeffrey C. Yuen è monaco taoista, tra i massimi esperti al mondo di Medicina Cinese. Appartiene alla 88a generazione di Yu Qing Huang Lao Pai (Scuola della Pura Giada, corrente Huang-Lao dell’Imperatore Giallo Laozi) e alla 26a generazione di Quan Zhen Long Men Pai (Scuola della Completa Realtà, Setta della Porta del Drago), Jeffrey Yuen è stato scelto da suo nonno adottivo, Yu Wen, come erede spirituale di una lunghissima tradizione orale. Grande conoscitore di Medicina Classica Cinese, erboristeria e arti marziali. ↩︎